sabato 10 gennaio 2009

Le istituzioni adulte a favore dei bambini – ragazzi di M.Rusconi

Atti VI Convegno Internazionale : la Qualità dell’integrazione scolastica.
Palacongressi di Rimini, 16/17/18 novembre 2007


Le istituzioni adulte a favore dei bambini – ragazzi di M.Rusconi
1. L’albero della scienza
Da “La Bibbia per il bambino” pag. 19-21, Salani, Firenze 1957.
“Ma vi era un albero proibito, un albero cioè di cui non dovevano mangiare i frutti.
Si chiamava l’albero della scienza del bene e del male.
Dio aveva detto che se Adamo ne mangiava, sarebbe morto.[-----]
Iddio chiamò Adamo e disse: “Adamo, Adamo, dove sei?” Adamo rispose:
“Io ho avuto paura perché mi trovavo nudo, e mi sono nascosto” Iddio disse:
“chi ti ha detto che sei nudo?” Hai mangiato del frutto proibito?” [----]
Allora Dio si sdegnò con tutti, ma più ancora col serpente”.
Una indagine dell’OCSE di alcuni anni fa, svolta a livello internazionale sui livelli
di competenza alfabetica degli adulti, ha messo drammaticamente in evidenza il
dilagante fenomeno dell’analfabetismo funzionale tra i giovani in età scolare e
postscolare, caratterizzato da povertà e ripetitività di linguaggio, da incapacità
diffusa di leggere e comprendere testi, di risolvere semplici problemi di
matematica, di elaborare concetti e di costruire nozioni.
Sembrerebbe quasi che la frequenza di una scuola “scivoli” sul vissuto di molti
ragazzi senza lasciare tracce formative di particolare rilievo sia in ambito cognitivo
sia negli atteggiamenti e nei comportamenti.
A questo punti molti si chiederanno, anzi in molti ci chiederemo che fine abbia
fatto quel desiderio di conoscere, quell’ansia di sapere che costò così cara ad
Adamo ed Eva, dove sia finita quella spinta incoercibile alla “scienza” di cui il
serpente ha rappresentato con tanta plastica evidenza il vettore iniziale.
Per uscire, sia pure metaforicamente, dall’ambito biblico e tornare alle tematiche
sottese a questo intervento, è necessario affrontare con coraggio, utilizzando
strumenti di indagine conoscitiva ed offrendo prospettive un problema di
spiacevole consistenza: come mai gli adulti e le loro istituzioni intenzionalmente
formative non riescono più ad entrare in piena sintonia ed a guidare il mondo dei
bambini e dei giovani?
I primi (i bambini) “si pongono tante domande fino a quando non iniziano la scuola
la quale sembra, poi, bloccarne del tutto la curiosità”. (da I. Selzberger-Wittenberg
et alii, “L’esperienza emotiva nel processo di insegnamento e di apprendimento”,
Napoli 1993), tale è la massa di conoscenze proposte da risultare invadenti.
“ O, forse, i metodi di insegnamento impiegati scoraggiano il desiderio di scoprire
per mezzo dell’esplorazione e della sperimentazione?” (ibidem)
I giovani (ma la cosa, sia pur attenuata, vale anche per i bambini) sono più coinvolti
dal mondo della comunicazione e dalla intrecciata “overdose” di consumismo che
dai tradizionali modi di “fare educazione” (scuola, famiglia, Chiesa, partito).

(continua alla U.R.L.
( http://erickson.veniceplaza.biz/erickson/repository/attach/Mario_Rusconi.pdf )

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