Chi riesce a compiere il grande passo, inizia una battaglia per la sopravvivenza: i soldi che non bastano mai, gli orari di lavoro impossibili, la lotteria del posto in asilo nido – che anche quando c’è, non basta a “coprire” l’orario di lavoro, ed ha costi che a volte rendono più conveniente smettere di lavorare. I nonni lontani o che lavorano ancora, le baby sitter inaccessibili. Per non parlare dei sensi di colpa, del desiderio di passare del tempo con un bimbo che cresce, e le difficoltà di rendere compatibile l’essere genitori, il lavoro “flessibile”, ed il resto della vita.
Il 7 maggio, a Siena, ne parleremo. Raccogliendo i racconti, le idee, le proposte che vorrete pubblicare, e provando a ragionare su alcune piccole e grandi cose che potrebbero rendere più facile, più bella, a volte semplicemente possibile, la vita di chi ha o vorrebbe avere un figlio, una famiglia, una casa, ed ha un lavoro – e spesso una vita – precaria.
Fonte: http://www.italianascosta.eu/
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