mercoledì 13 maggio 2009

Ogni alunno è una “persona” diversa, ognuno è un mondo da scoprire e da valorizzare; se questa affermazione è valida in tutti i casi, vale ancora di p


Ogni alunno è una “persona” diversa, ognuno è un mondo da scoprire e da valorizzare; se questa affermazione è valida in tutti i casi, vale ancora di più per gli alunni con bisogni “speciali”, per il bambino in difficoltà di apprendimento o di socializzazione a causa di diversi ordini di motivi: svantaggio, handicap, difficoltà di integrazione.È la cosiddetta fascia di alunni ad alto potenziale di dispersione ossia di insuccesso scolastico o, peggio ancora, di abbandono (drop out).Migliorare il livello degli apprendimenti degli alunni, anche comparativamente ai traguardi nazionali (vedi I.N.VA.L.SI) o addirittura europei (vedi O.C.S.E.), pone la scuola e tutti i suoi operatori di fronte ad un interrogativo: come sviluppare gli obiettivi di apprendimento, come potenziare la didattica nelle classi e nei laboratori?Consideriamo anche che l’apprendimento di ciascun alunno avviene solo in parte nella scuola, in quanto una porzione considerevole di ciò che è appreso dai nostri allievi viene “consumato” fuori dalla scuola, informalmente , a casa, davanti la tv, su Internet.Inoltre una istituzione scolastica che vuole darsi degli obiettivi di miglioramento nella didattica deve fare i conti con la “sostenibilità” gestionale ed economica, ossia con le risorse professionali e finanziarie presenti nella scuola, guardando non solo agli alunni più capaci ma anche alle fasce più deboli.Insomma studenti pronti ad imparare, insegnanti capaci di insegnare, famiglie pronte a collaborare, dirigenti capaci di gestire strategicamente la scuola: quando questo “sistema” funziona e si riesce anche a trasmettere e a comunicare la mission all’esterno, ai cosiddetti stakeholders ossia “portatori di interesse” allora la scuola acquista il suo “valore” sociale e culturale.Consideriamo poi che le competenze degli alunni maturano con l’età; le prove oggettive standardizzate spesso misurano le competenze disciplinari o trasversali ma non riescono a valutare il “capitale umano”, il potenziale spesso non manifesto, dei nostri studenti, prova ne è che, a volte, gli alunni con ottimi risultati scolastici non hanno altrettanto successo nella vita.
(continua alla U.R.L. http://www.agrigentoweb.it/a-scuola…-i-care…-mi-prendo-cura-di-te_11001/ )

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